Finger food trend. Una moda o un’antica tradizione?

Guardate: è’ piccolissima ma si riesce a individuarla. È la prima rappresentazione documentata dell’uso della forchetta. D’altra parte, questo dipinto, commissionato al Botticelli da Lorenzo de’ Medici il quale ne assorbì’ l’uso, probabilmente, dai Veneziani, che trafficavano con l’Oriente. Mentre l’uso delle postate era raro, presso i romani, l’uso era rimasto nell’Impero Romano d’ Oriente che lo aveva acquisito, pare, dall’antica e raffinatissima civiltà cinese. In teoria, quindi, nella storia antica, tutti i cibi erano finger food. Il film storici ci hanno spesso mostrato i Romani a tavola intenti a morsicare nei pezzi di carne, nelle cosce di pollo. Per non parlare dei Barbari. Solo i raffinatissimi usavano la forchetta, che però non era come quella attuale bensì a due rebbi, ed era una sorta di grosso spiedo detta lingula. Le prime forchette come le conosciamo ora risalgono intorno all’anno 1000, erano ancora a due o tre rebbi ma più piccole e, di frequente, di materiali preziosi.

Quella dipinta da Botticelli è già una forchetta moderna.

Finger food trend: le meraviglie dei grandi Chef

Ci sono molti esempi interessanti, che possiamo trarre dai grandi chef. Che naturalmente brillano in presentazioni da sogno: Cucchiai d’argento, minuscole coppette, addirittura scrigni di cristallo in versione mignon da riempire con creazioni preziose. Stefano de Gregorio presenta il Tortellino croccante su morbido di parmigiano e aceto balsamico, ovviamente posato su un cucchiaio. Gli involtini di zucchine a crudo con battuto di carote e formaggio di capra di Bruno Barbieri sono in piedi su un tagliere in legno d’ulivo, come tanti soldatini. Ancora Stefano de Gregorio presenta il suo Rocher (sembra proprio il famoso cioccolatino) di patate con biete e noci in un minuscolo scrigno di cristallo. Infine, di Marco Talamini, i bellissimi lecca-lecca di grana fuso montati su lunghi stecchi. Sono presentati ben piantati su triangoli perfetti di parmigiano.

Non resta che prendere spunto da loro: ai nostri chef non mancano buon gusto né fantasia.

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